venerdì 2 maggio 2008

Il lavoro rende liberi


Sono di ritorno da un viaggio in Germania e tra gli altri luoghi, decisamente più leggeri, sono stato una mattina anche a Dachau, presso il primo e forse più famoso campo di concentramento della seconda guerra mondiale.
Sul cancello del campo si legge la scritta "il lavoro rende liberi", all'interno sono stati detenuti circa 200.000 prigionieri in condizioni inumane, di questi circa 60.000 sono morti, 4.000 di loro erano italiani.
Come è potuto succedere un tale scempio proprio nel mezzo dell'Europa, come il Nazismo sia salito al potere è spiegato passo dopo passo all'interno del campo, nel museo commemorativo che è stato allestito.
Il Nazismo sfruttò il sentimento di oppressione di una nazione caduta in miseria, nella quale i lavoratori non credevano più alle associazioni sindacali,nella quale si era pronti a credere a qualsiasi promessa pur di tornare ad essere la potenza di un tempo.
Accadde così che un partito guidato da un folle prese il potere e, controllando tutti i mezzi di informazione, trattò il popolo tedesco come se fossero burattini, facendo credere ciò che non era e ottenendo i risultati drammatici che sappiamo.
Credo che tutti dovrebbero visitare luoghi come questo, per farsi una cultura, perchè la storia ci insegna tanto.
Se tutti fossero più colti forse non avremmo in Italia l'attuale situazione politica, con l'informazione in mano ad un uomo solo, fiancheggiato dal partito fascista e da una confraternita di legionari che vuole fare la guerra coi fucili.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono stato diverse volte in Germania e mi ha sempre colpito il loro diverso modo di porsi di fronte alla guerra rispetto a noi.
Loro ricordano,noi dimentichiamo.
Alcune delle cose che hanno fatto loro le abbiamo fatte anche noi ma facciamo finta di niente.
Quindi caro ittivocai credo che tu abbia ragione nel dire che ricordando magari certi errori non si potrebbero ripetere.